I love Ortona

La Perla dell’Adriatico

Ortona è, non solo il punto di partenza perfetto per scoprire le meraviglie d’Abruzzo, ma anche la “Perla dell’Adriatico” in cui perdersi partendo dal cuore del suo essere: il quartiere di Terravecchia.

STORIA, CULTURA E NATURA

Ortona terra dalle radici profonde e dai trascorsi preziosi

La nostra città vanta una posizione invidiabile e strategica per rivelare le bellezze naturali e del tutto mediterranee della nostra terra e della nostra costa e per raccontare dello sviluppo di civiltà diverse nel corso dei secoli. Incastonata su un promontorio e affacciata sul mare come ad anfiteatro, Ortona è stata infatti segnata da una storia importante e racconta di cultura ed arte più di quanto si possa immaginare, segni che la rendono inevitabilmente “Perla dell’Adriatico”.

Le sue origini antichissime risalgono al popolo dei Frentani, primi insediatori del promontorio e abili commercianti. Diventata città romana dal III secolo a.C., fu poi inevitabilmente occupata, dopo il crollo del potente impero, da Goti, Bizantini, Longobardi e Normanni, fino ad essere in parte incendiata e distrutta nel XI secolo. Ortona tornò a rifiorire solo anni dopo, quando dapprima, in epoca sveva, visse un nuovo sviluppo economico e poi, dal 1258, diventò punto di riferimento religioso per le reliquie di San Tommaso Apostolo custodite ancora oggi nella Cattedrale.

A partire dal periodo rinascimentale nuovi splendori toccarono la cittadina: con Jacopo Caldora venne ricostruita la cinta muraria e potenziato il Castello Aragonese, già preesistente perché fatto costruire per Federico II di Svevia, e con Margherita d’Austria, a cui la città fu particolarmente cara, venne fatto edificare il Palazzo Farnese. Ortona è stata nel tempo onorata della presenza di molte figure rappresentative e di caratura internazionale come Francesco Paolo Tosti, Gabriele D’Annunzio, Luigi Dommarco, Tommaso e Basilio Cascella, che hanno lasciato inevitabilmente un’impronta nell’essenza del posto.

Tra le pagine nere della storia locale si legge di quando Ortona, durante la Seconda Guerra Mondiale, fu l’estremo marittimo della linea Gustav, in opposizione geografica a Cassino, e teatro quindi della sanguinosa e distruttiva “battaglia di Ortona” tra il 21 e il 28 dicembre 1943 per la guerriglia urbana tra tedeschi e canadesi. La resa dei tedeschi e l’arrivo degli alleati americani presso il porto di Ortona posero fine al conflitto che consegnò alla storia 1314 vittime civili. La città fu denominata “Stalingrado d’Italia”, nonché insignita della Medaglia d’Oro al Valor Civile, ed è oggi sede del Cimitero Militare Canadese, costruito nel 1945, e del Museo della Battaglia inaugurato nel 2002.

La “Perla dell’Adriatico” è quindi attualmente tale, non solo per il privilegio della sua posizione e per l’importanza del suo porto, il più grande d’Abruzzo, ma anche perché vanta una tradizione culturale e storica che non ha eguali.

FEDE

Ortona terra di pescatori e speranza, di agricoltura e semplicità, di culto e determinazione

Le reliquie di San Tommaso Apostolo presenti ad Ortona dal 1258, hanno infuso nella nostra gente il privilegio del dubbio che li aiuta a crescere, ma anche la determinazione che deriva dalla famosa frase : “mio Signore mio Dio”

Il suo nome viene invocato da ogni pescatore ortonese che lo pronuncia almeno una volta una volta e in cui ripone le sue speranze nei giorni più duri. Il santo patrono di Ortona, l’Apostolo Tommaso, le cui reliquie sono custodite nella nostra Cattedrale dal 1258 grazie al navigante Leone Acciaiuoli approdato al vecchio porto indoeuropeo, è da sempre il “faro” della nostra città. Tanti racconti commoventi, legati alla tradizione marinara ortonese, si intrecciano con le storie del grande campanile della Cattedrale, del Crocifisso Miracoloso e dei personaggi storici che hanno abitato perlopiù la zona di Terravecchia, ad est della città. A breve distanza da Ortona poi, continuando sul cammino della spiritualità, è facile raggiungere importanti luoghi di culto come il Volto Santo di Manoppello e il Miracolo Eucaristico di Lanciano.

ENOGASTRONOMIA

Ortona terra dei sapori autentici e cuore della tradizione abruzzese

La terra ortonese trae i suoi caratteristici sapori dalle umili origini del suo popolo, fatto di pescatori, contadini e pastori. Il senso di ospitalità, frutto di quella stessa umiltà e più in generale tipico abruzzese, fa sì che quei prodotti del loro lavoro vengano presentati e offerti orgogliosamente nelle occasioni più svariate da un popolo fiero delle sue tradizioni di origini millenarie.

Ecco allora che la poesia della nostra cultura culinaria si manifesta in piatti dai sapori inconfondibili che non hanno eguali e che rappresentano parte importante del folklore della città. L’orgoglio delle massaie ortonesi ha nomi come: “pizze e fuoje”, “lu puzznett di Sant Bastien”, “li pallott cace e ove” e ancor di più la “nevola”, quest’ultima ottenuta dal mosto cotto dei nostri pregiati vitigni.

E a testimoniare l’autenticità dei sapori ci sono, tra l’altro, i connubi olfattivi che si possono percepire passeggiando per le campagne ortonesi nelle diverse stagioni e che raccontano volta per volta del fiero raccolto del momento. Stagione privilegiata è sicuramente quella dedicata alla coltura dell’uva, frutto dei vitigni, oro delle nostre terre e materia prima delle preziose cantine della zona.

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