La nostra Storia

L’aquila

Il rapace più affascinante, dalla vista acuta e dal volo maestoso, campeggia da anni sul color bordeaux dei nostri mezzi, fiero e con ali spiegate verso la scoperta.

Volare liberi alla ricerca delle meraviglie del mondo è la nostra vocazione

Un’aquila, perchè L’Aquila è capoluogo d’Abruzzo e perché la sua fierezza inevitabilmente ricorda proprio quella degli abitanti della nostra regione, orgogliosi della loro appartenenza, forti ma pur sempre gentili. Come a dire che volare e far volare liberi alla ricerca delle meraviglie del mondo è la nostra vocazione, ma per andare lontano è necessario partire da radici solide e profonde e non dimenticarsi della terra di provenienza, perché sarà sempre quello il posto in cui tornare. Tra gli anni ’70 e ’80 Nicola era solito accompagnare in viaggio di devozione i gruppi di preghiera del territorio, e, dal momento che molto spesso si trattava di veglie notturne in onore di Padre Pio o di San Gabriele, i gruppi di fedeli viaggiavano di notte per poter ripartire in tempo e recarsi a lavoro la mattina dopo. La nostra aquila si libra proprio sul quel sole nascente che Nicola, durante il viaggio, vedeva specchiarsi sulla fiancata dell’autobus in partenza o di ritorno da quelle gite parrocchiali o alla scoperta dell’Italia. Ma era solo l’alba di una grande storia…
Fu poi per un errore di grafica che la zampa sinistra dell’aquila, diventata logo dell’azienda, nelle prime stampe venne tagliata. Da allora questa casualità ha assunto un significato simbolico legato alla vera motivazione della nascita della nostra azienda: una forza immane dopo la perdita di una gamba sul fronte e la distruzione della guerra, una voglia di riscatto dopo una sconfitta della vita.

L'aquila di Civitarese, 1970 - Oggi.

Per andare lontano è necessario partire da radici solide e profonde e non dimenticarsi della terra di provenienza, perché sarà sempre quello il posto in cui tornare

Volare liberi alla ricerca delle meraviglie del mondo è la nostra vocazione

Correva l’anno 1946, cumuli di macerie ricoprivano un mondo stanco degli orrori della guerra e ogni barlume di speranza e di voglia di ricominciare, qualsiasi forma avesse, sembravano un miraggio. Ogni sogno un sogno inafferrabile, ma pur sempre importante da inseguire per poter andar oltre.

Era il 1946 quando, di ritorno dal fronte, Ermindo Civitarese, onorato con la Croce al Merito per aver sacrificato mezza gamba nell’atto di salvare un altro soldato, a quelle speranze voleva dare una forma ben precisa.

1946 – Ortona, primo dopoguerra.

Anni ‘50, pullman 642 Fiat – da destra Ermindo Civitarese, Pasqualino Massone del distributore Shell di P.zza Porta Caldari , Franchino Civitarese ed un conoscente.

La passione per i mezzi maturata fin da ragazzo e la voglia di fare qualcosa per il proprio territorio, profondamente toccato dal senso di impotenza davanti alla distruzione, gli diedero la forza ed il geniale intuito di collegare per la prima volta le contrade ortonesi della zona sud-ovest al centro della città.

Il sogno a favore della ricostruzione iniziò allora a diventare realtà quando, con tanti sacrifici, Ermindo si recò a Napoli per comprare sul mercato americano di Porta Capuana una vecchia ambulanza militare inglese, ed adibirla nel modo più economico al trasporto di persone: fece montare dai fratelli Tortella degli assi di ferro lungo le fiancate interne, utili a sorreggere tavolacci di legno a mo’ di sedili.

Il primo autobus ortonese, primo servizio di autolinea locale, vedeva quindi i viaggiatori sedere dirimpettai sul mezzo e raccontarsi della loro giornata, della novità, della rinascita… I contadini potevano portare i loro prodotti al mercato cittadino e ognuno poteva finalmente raggiungere Ortona “a cavallo” della corriera e non più solo in bicicletta, con la biga o a piedi. Finalmente si poteva studiare, comunicare, viaggiare, sperare!

1946 - Dopo la Guerra ogni speranza e voglia di ricominciare sembravano un miraggio.
Ermindo Civitarese, di ritorno dal fronte, a quelle speranze volle dare una forma ben precisa.

1955, Fiat 626 Luna – In viaggipo sul tratto Montorio al Vomano in direzione Santuario di San Gabriele.

A quel primo rudere seguirono veri autobus acquistati con grande fatica, e, insieme ai fratelli Ernesto, Franchino e Reginaldo, nel frattempo subentrati nell’azienda per aiutarlo, proprio con il trasporto pubblico extraurbano Villa Rogatti – Ortona, il pioniere del trasporto ortonese diede finalmente vita alla ditta F.lli Civitarese.
Tempi duri in cui la volontà faceva da padrona ed in cui il rapporto con i passeggeri era talmente familiare che li si aspettava alla fermata anche per diversi minuti, giorni in cui la parola aveva un valore sacro.

Negli anni ’60 il suono della corriera che partiva o ritornava divenne l’orologio che scandiva i momenti della giornata nella vita di paese, oltre che un’inevitabile motivo di gioia come solo ogni novità sa essere. Nel più ampio parco macchine, con mezzi sempre più idonei al trasporto, arrivò anche la storica Lunetta, un Fiat 626, che inaugurò il nuovo servizio di trasporto Villa Rogatti – Lanciano, dando la possibilità a migliaia di giovani concittadini di poter proseguire gli studi nelle scuole superiori della cittadina frentana, che fino ad allora non era mai stata così vicina.

Ogni viaggio era ormai una festa e un momento di aggregazione, gli autisti e bigliettai erano come familiari e le simpatiche storie di paese nate in quei giorni sarebbero troppe da raccontare, ma vivono ancora nel cuore di chi ricorda quegli anni, tanto duri quanto indimenticabili.

Pullman “Lunetta” 626 Fiat in gita – in alto da sinistra Franchino Civitarese, Ermindo Civitarese (al centro) e alcuni passeggeri.

1968, Fiat 306 carrozzeria Barbi – Santa Maria degli Angeli (Assisi). Da destra Nicola Civitarese, Ermindo Civitarese, Claudio Civitarese, Silvana Graziani moglie di Ermindo.

1960 – il suono della corriera che partiva o ritornava divenne l’orologio che scandiva i momenti della giornata nella vita di paese, oltre che un’inevitabile motivo di gioia come solo ogni novità sa essere.

Nel corso degli anni ’90 l’azienda diventa sempre più grande e ad occuparsene è ormai la famiglia di Ermindo Civitarese, con la moglie Silvana e i due figli Nicola e Claudio, i quali ne rilevano la proprietà: ognuno con il suo ruolo, ognuno con il suo impegno fino a far diventare la ditta sempre più votata ad una scoperta dell’Italia a portata di tutti, oltre che al trasporto pubblico locale.

A raccontare questa storia oggi c’è Nicola che, insieme alla moglie Luciana, ha fatto in modo che quel sogno prendesse una forma ancora più definita e che l’azienda nel corso degli anni 2000 volasse verso prospettive sempre nuove. Il progetto, supportato negli ultimi anni anche dai figli e dai preziosi collaboratori e autisti, che costituiscono l’anima dell’azienda, ha reso Civitarese Viaggi una realtà importante del territorio abruzzese con attività di tour operating, agenzia viaggi e biglietteria, oltre che di autolinee.

1995, Mercedes O303 – Monte Bianco

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